giovedì 8 ottobre 2015

Ultime notizie dal Sud

Qualche settimana fa, ho iniziato a leggere “Ultime notizie dal Sud”, uno degli ultimi libri di Sepúlveda. Ed ho subito ripensato al Perù, quel ‘sud’ che mi ha cambiato la vita… E’ strano: è passato più di un mese da quando ho lasciato Caracoto. Eppure parlarne ancora fa male, e scriverne è praticamente impossibile. Ma so di averne bisogno: ho bisogno di riassaporare quelle emozioni e di metabolizzarle, per poter poi ripartire, cosciente di quello che quest’esperienza ha significato.

Caracoto, per me, non è stata solo volontariato, non è solo un progetto di cooperazione internazionale (e, nonostante tutte le difficoltà, che progetto!). Caracoto per me è stata, ed in un certo qual modo lo è tuttora, una scuola di vita. Col senno di poi, posso guardare alla me di sei mesi fa: una ragazzetta tutta frenesia e cose da fare, con tanti sogni nel cassetto, ma mai abbastanza tempo per pensarci davvero. Sempre di corsa, rincorrendo il treno delle opportunità, guidata da un’insaziabile curiosità.

Le strade percorse, le persone incontrate, le conversazioni sostenute ed i sorrisi ricevuti, mi hanno invece insegnato quanto sia importante, se non fondamentale, fermarsi. Prendersi tempo e ponderare, per sé e per chi ci circonda. Ascoltare e sapersi ascoltare. Perché, correndo troppo per inseguire un sogno, alle volte si corre il rischio di perderlo di vista…Al contrario, in Perù ho dovuto condividere con un diverso senso del tempo che mi ha letteralmente obbligata a rallentare. E, così, ho potuto osservarmi e riconoscere che la frenesia di cui mi circondavo non mi faceva bene. Ed ho iniziato ad aspettare invece di scappare, ad osservare invece di vedere, ad ascoltare invece di sentire.

Cos’ho avuto modo di osservare, ascoltare, annusare? Un mondo. Un mondo complicato e contraddittorio, spesso crudele e spietato. Un mondo in cui la vita non perdona e non dimentica. In cui l’infanzia non è un giardino fiorito, bensì un terreno spesso arido di affetti e certezze. Eppure, al tempo stesso, un mondo così ricco di tradizioni, di conoscenze, di contatti con la terra. Nei pochi mesi in cui ci sono stata, ho vissuto talmente tante esperienze che, per raccontarle tutte, ci vorrebbe forse un libro intero. Tuttavia, quello che ho capito è che l’America Latina è davvero quel continente in cui se respira lucha.[1] Ogni giorno, infatti, attraverso le attività della vita quotidiana, milioni di persone lottano dignitosamente per rivendicare una voce in un sistema che l* esclude a causa del loro essere campesin*s, indi*s, donne, pover* - o per essere anche tutte queste cose insieme. E noi, nel nostro piccolo, possiamo e dobbiamo lottare insieme a loro.

Tuttavia, i veri eroi del mio percorso sono i/le bambin* del Comedor che, nonostante le famiglie da cui provengono abbiano spesso difficoltà socio-economiche, non smettono mai di regalarti la cosa più preziosa che hanno: il loro sorriso. E’ passato solo un mese, eppure so che quei sorrisi sono stati anche la mia cosa più preziosa.

Ora, col senno di poi, posso solo ringraziare i/le mie* piccol* per tutto l’amore che mi hanno donato, così, spontaneamente, come se non potessero fare altro. Ringrazio le cuoche per avermi fatto da mamme (e vi assicuro che quattro mamme peruviane si fanno sentire!), e tutto il personale dell’associazione per il percorso iniziato e portato avanti insieme. Ringrazio che con me ha riso, ed anche chi mi ha asciugato le lacrime. E, soprattutto, non posso non ringraziare quelle stelle che le tocchi con un dito, quelle montagne desolate e quell’indimenticabile cielo blu.

Un giorno, caro mio Perù, cara mia Caracoto, tornerò. E allora sì che saranno guai :)












Tutte le foto sono di Antonio Cardino

Aurora

[1] “Si respira lotta” - da una famosa canzone intitolata “Latinoamérica”, del gruppo Calle 13. Ogni giorno, infatti, attraverso le attività della vita quotidiana, milioni di persone lottano dignitosamente per rivendicare una voce in un sistema che l* esclude a causa del loro essere campesin*s, indi*s, donne, pover* - o per essere anche tutte queste cose insieme. E noi, nel nostro piccolo, possiamo e dobbiamo lottare insieme a loro.

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