venerdì 21 giugno 2013

In attesa del Dia del Campesino..

Lunedi 24 giugno si festeggera' il Dia del Campesino, giornata dedicata appunto alle tradizioni contadine, in particolar modo andine. Instaurato nel 1969 dal generale Juan Velasco (all'epoca Presidente della Repubblica).




E' una festa molto importante in Peru', in quanto l'agricoltura occupa ad oggi una grande fetta del mercato peruano. In particolare, il 40 % di tali attivita' si racchiudono nelle regioni di Cajamarca, Cusco, Piura e Puno (dove siamo noi).

Pertanto, oggi nella cucina si e' preparato un pranzo con prodotti tipici della zona e della tradizione campesina.

Hilda e la preparazione delle Torrejas peruanas:




Mais Morado:




Il chuño, o patata gelata, tipica delle zone Andine:




La Cebolla per fare la Sopa:


giovedì 20 giugno 2013

Imata Munanki e la varieta' linguistica dei bambini

Ho voluto cominciare questo post proprio con la prima espressione Quechua che abbiamo imparato qua: "Imata Munanki", letteralmente tradotto come "che vuoi, di che hai bisogno?".
Capita spesso di sentire parole in Quechua, soprattutto durante il lavoro nella cucina, anche se la maggioranza delle persone qua parla la maggioranza del tempo in Castellano (almeno a scuola o in ambito lavorativo).
Sulle Ande, tutti i bambini crescono naturalmente bilingue: Quechua o Aymara, a seconda della zona di origine.

Noi viviamo nella regione Quechua, lingua ufficiale dell'impero Inca, e attualmente parlata in vari dialetti da circa 10 milioni di persone tra Ecuador, Colombia, parte di Argentina e Cile, e ovviamente Peru' e Bolivia (in questi ultimi due, dove e' lingua ufficiale). Il Quechua e' classificato come una macrolingua, suddivisa in 44 varianti. Nella nostra zona viene parlata la variante di Puno, che si estende a tutto il pueblo della regione che costeggia il Lago Titicaca.

Oltre al Quechua e al Castellano, i bambini della Giordano Liva studiano altre due lingue, attraverso i laboratori con i volontari: Italiano ed Inglese. Sono abituati a destreggiarsi in varie lingue, ma fanno chiaramente molta fatica. Tuttavia, hanno una gran voglia di imparare, soprattutto la Lingua Italiana. Vuoi per la facilita' nel comprendere le parole, ma anche per il legame e l'affinità con l'Italia.

E' davvero bello sentire il loro interesse per il nostro paese: questi bambini cosi' curiosi, altrimenti costretti a vivere in un luogo culturalmente chiuso in se stesso, con poche o nulle possibilita' di contatto con il mondo esterno. Qui non solo le attivita' culturali sono limitate, non si studiano le lingue, non ci sono neanche turisti, ma soprattutto, non si conosce bene cosa esista realmente fuori dall'Altipiano Andino. E per questo, dobbiamo ringraziare Giordano, ma anche tutti coloro che abbiano creduto e continuano a credere nel potere della solidarieta' e dello scambio reciproco tra le persone, qualunque sia il loro passato, il loro vissuto.
Grazie a tutti voi, per rendere questo mondo piu' sopportabile, piu' grande, e per credere in un futuro diverso.

~Valeria


Di seguito, alcuni dei bellissimi disegni realizzati durante i Laboratori di Italiano nelle elementari, da Milagros, Rai, Gabriela e Jhon Lenin.





lunedì 10 giugno 2013

Il Perù, però...!

Scusate la lunga assenza, ma da prima di fine maggio siamo rimaste tagliate fuori dal mondo, senza internet in poche parole... perciò ora posto quello che avevo scritto qualche tempo fa!

Ieri, domenica, io e Valeria siamo andate all'ultima festa del mese di maggio, “el mes de las cruces”, invitate, questa volta dal preside della scuola. Qui infatti usa che tutto il mese si organizzino feste attorno ad una croce, di solito in cima ad una montagna, in questo caso proprio portataci in processione, sulle spalle dell' “Alferado” in segno di penitenza. La figura dell'alferado (sempre una coppia, in genere moglie e marito, tranne l'altra volta che Rosìo essendo single l'ha fatto con suo padre) è colui che organizza la festa e che paga, soprattutto. In genere il tutto inizia dalla mattina con la messa, si recitano preghiere, si ringrazia Dio e si ricordano i propri morti, dopo di che cambia tutto: inizia la festa!
E davvero il concetto di festa qui viene preso molto sul serio, iniziano a girare le birre ancora prima di pranzo e rifiutare di bere è concesso solo ai minorenni, io alle volte mi sono dovuta inventare malattie e malesseri per sfuggire! A questo punto inizia a capitare di tutto, come di vedere signore di una certa età che svuotano bottiglie di birra nei pantaloni dell'Alferado, tutti ballano in cerchio, senza eccezioni di sesso o d'età e spesso si viene costretti a ballare in centro con il compagno di turno, ci si diverte alla grande e si mangia ovviamente! Ma la vera protagonista della festa è sempre la birra, oltre alla musica...
Alle prime feste ero un po' sconcertata, ma poi ho deciso di lasciarmi andare e partecipare in modo più completo, bisogna concedersi e ballare in mezzo al cerchio con tutti gli uomini che decidono di invitarti, oppure trovare intelligenti scuse per sfuggire. Spesso i più anziani sono quelli che ballano meglio, mentre quei pochi giovani che si fanno avanti o che vengono costretti dai parenti sono imbarazzati e rigidi. Domenica mi sono anche esibita in una danza saltellata, di cui ho inventato i passi, un po' copiando dall'arzillo vecchietto con cui ballavo e un po' prendendo spunto dalle mie nozioni di pizzica e ho preso apprezzamenti ed applausi, oltre ad essere quasi svenuta (nonostante il tempo passato l'altitudine si fa sempre sentire!). Insomma alla fine ci si diverte, basta che il livello alcolico del compagno di danze sia contenuto, altrimenti un secco rifiuto è concesso e anzi sostenuto da tutte le altre donne presenti.
L'ulteriore vantaggio di partecipare a queste feste sono i luoghi spettacolari dove si tengono, abbiamo così visto prima Juliaca e poi Puno dall'alto e ieri questo fantastico panorama in cui ci siamo ritrovate immerse, con tanto di saluto alle mucche mentre tornavamo dal “bagno” (che era semplicemente dietro il muro della stalla)...

Inoltre, queste situazioni ti portano a conoscere meglio le persone con cui lavori, così abbiamo prima apprezzato quanto è divertente Rosìo dopo qualche birra, scatenata nelle danze, mentre ieri abbiamo scoperto che il preside, apparentemente molto serio e chiuso è in realtà simpaticissimo! Inoltre ci ha raccontato che insegna all'università e tiene corsi su Ecologia e Medioambiente per professori, quest'ultima cosa ha attratto particolarmente il mio interesse, e infatti il prossimo sabato mi ha invitato ad andare con lui a tenere il corso!
Anche le messe qui mi piacciono, sono tutta un'altra cosa rispetto all'Italia e soprattutto i preti sono molto diversi. Oltre ad aver apprezzato i discorsi di Padre Manuel che durante la messa parla dell'importanza della cura dell'ambiente, ricordando quanto lo sviluppo economico porti a dedicarsi sempre più ad attività che la distruggano e all'abbandono dei campi, oltre che alla perdita dei valori culturali del popolo andino che si sta modernizzando in fretta. Poi raccomanda ai giovani che vanno a studiare a Juliaca, di ritornare dalle loro famiglie, di non abbandonare le loro tradizioni di non diventare avidi e accumulare ricchezze per sé dimenticando la solidarietà con gli altri.
Poi abbiamo anche conosciuto il “Turco” un altro fantastico prete, che in realtà è argentino e davvero simpatico, alla mano e molto più dedito alle sue attività culturali e di sostegno dei giovani studenti che non a predicare messe. Così abbiamo anche raccolto un invito a cena in una casa per studentesse da lui gestita e ad una sua lezione universitaria, oltre che a trascorrere una settimana in un centro per adolescenti... Insomma qui si muovono tantissime cose, speriamo davvero di riuscire a farle tutte e dispiace solo non aver iniziato prima, ma funziona sempre così! Bisogna entrare in confidenza con le persone e poi chiedere, fare domande a tutti e scoprire quanto ognuno è e fa oltre a quello che appare al primo istante.
Nel frattempo al comedor continua la vita quotidiana, coi bambini a scuola lavoriamo sempre meglio e io sono davvero presa dai corsi sull'ambiente. La settimana scorsa i bambini di prima hanno scoperto che le nuvole non sono fatte di schiuma o di cotone, bensì di goccioline di acqua, in seconda abbiamo imparato che la carta viene dagli alberi prima di arrivare al negozio, in terza abbiamo discusso del perché l'idea di vendere l'immondizia ad un altro paese può non essere una buona soluzione per disfarsene (e abbiamo per ora scartato la possibilità di inviarla “ad un altro mondo”), infine in quarta abbiamo chiarito che non è lo sporco dei vestiti lavati nel fiume a contaminare l'acqua, bensì il detersivo!
Invece stiamo continuando quello che è diventato un vero e proprio “dopo-scuola” con tanto di ballo, pallavolo, basket, italiano e giochi vari, anche se ancora non sono tantissimi i bambini che si fermano e le mamme della ginnastica non sono molto costanti... 
Oggi per esempio a fare ginnastica erano le bambine, mentre dopo abbiamo tirato fuori palle e corda e due mamme si sono lanciate nei giochi! Speriamo si aggiungano altri bambini di Caracoto, oltre a quelli della scuola così a conoscerli e inserirci sempre più in paese, già adesso è bello che tutti per strada ci salutano e ci sorridono, insomma la sensazione di estraneità camminando per strada sta un po' sparendo, anche se ancora succede che un bimbo si incanti a fissarci, però sempre meno spaventati. Stiamo diventando caracotegne!


Silvia