lunedì 8 aprile 2013

Prime impressioni


E' domenica pomeriggio, una splendida giornata di sole, interrotta soltanto da un breve acquazzone subito dopo pranzo. Le ore scorrono lente, le giornate qui sembrano infinite... Io e Valeria continuiamo a svegliarci alle 6, che d'altronde è comunque più tardi degli orari dei peruviani, che con il sorgere del sole sono già in giro. Stamattina Johny ci ha portati a Sillustani, un sito pre-inciaco con i Chulcas (monumenti funerari), ma più che le rovine, ciò che ci ha impressionato è stato sicuramente il panorama! Salendo sulla collinetta su cui si trovano i resti, all'improvviso appare il lago di Umayo, veramente spettacolare, uno specchio d'acqua abbracciato dalle colline, una vista che toglie il respiro. 



La mattinata è stata quindi davvero piacevole, con Jonhy che ci faceva da guida e la sua dolcissima bimba, Nathalie, che ha reso ancora più divertente il giro. Così siamo anche riusciti ad entrare più in amicizia con il nostro coinquilino peruviano, che sciolta la prima timidezza si è dimostrato davvero simpatico.
Ieri invece abbiamo visitato Puno, la città devo dire che mi ha un po' deluso, bruttina ed enorme, tanto che non abbiamo neanche visto il centro. Ci siamo fatti lasciare vicino al lago, il Titicaca, e ci siamo fatti affascinare da questa prima vista spettacolare, anche se dopo quella di oggi, devo dire che ha perso punti! 


Dopo la contemplazione del lago, del cielo e dell'ampiezza di tutto l'orizzonte davanti a noi, ci siamo persi per il mercato, qualcosa di enorme, con ogni strada dedicata a prodotti diversi, dai vestiti al cibo, dai pulcini e le galline ai pezzi di ricambio per automobili, ai prodotti per la casa e i mobili, insomma qualsiasi cosa possibile che si possa vendere! I profumi che ci hanno avvolti ci hanno convinto a sfidare ogni regola del turista occidentale contro dissenteria e altri mali e abbiamo assaggiato macedonie di frutta, gelati e papas rellenas (patate ripiene) e devo dire che siamo tutti e tre vivi e sani, apparentemente!
Di fatto, a parte i giramenti di testa e il fiatone (da cui deriva l'impossibilità di parlare e camminare o fare qualsiasi altra cosa contemporaneamente), il soroche o mal d'altura sembra passato senza troppi problemi, un po' di stanchezza i primi giorni ma neanche troppa! Devo anzi dire che mi sono “quasi” annoiata, anche se ho rispettato l'ordine imperativo di riposarci e lasciando che il mio corpo si acclimatasse ho passato i primi 5 giorni con l'ansia di iniziare a lavorare, di conoscere i bimbi e darmi da fare. Infatti, da quando siamo scesi, mercoledì scorso, dall'ultimo aereo qui vicino, a Juliaca, mi sono sentita pienamente rilassata, felice e realizzata, dopo lunghi mesi prima a cercare un progetto con cui partire e poi ad attendere il momento della partenza, cercando di non costruirmi nessun tipo di aspettativa, senza sapere bene che cosa avrebbe significato stare quattro mesi in Perù, lontana da tutto e tutti, dall'altra parte del mondo, senza sapere bene neanche come sentirmi, un po' preoccupata, un po' nervosa, ma con l'assoluta consapevolezza che dal momento in cui sarei giunta a destinazione tutto avrebbe acquisito senso e ogni paura sarebbe svanita, d'altra parte con un paesaggio così spettacolare, un cielo immenso e le nuvole vicinissime a noi... 


e poi soprattutto i bambini, i loro sorrisi, i baci e gli abbracci e le loro vocine che ci chiedono come ci chiamiamo e ripetono i nostri nomi per scolpirseli nella memoria. Così hanno fatto per tutto il tragitto dal Comedor alla scuola, il primo giorno che li abbiamo accompagnati, e poi ci siamo affacciate nelle classi, abbiamo conosciuto las profesoras e abbiamo iniziato a programmare le attività per i prossimi mesi, cercando di trattenere la fretta delle bambine che subito ci hanno domandato se gli avremmo insegnato l'italiano e ogni volta che mi vedono mi chiedono come si dice questo, come si dice quello, insomma mi sono sentita subito a casa e di nuovo mi vien da pensare che anche se son dall'altra parte del mondo certe cose non cambiano per nulla, le persone dovunque ti trovi sono sempre persone, parleranno una lingua diversa, mangeranno cibi diversi e ascolteranno musiche, balleranno balli, si vestiranno differentemente, ma alla fine sorridono tutti allo stesso modo e allora quando i bimbetti mi fissano con i loro occhioni e io non so cosa dirgli, gli sorrido semplicemente e loro rispondono con un sorriso ancora più bello.


Silvia

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