Questa settimana appena
conclusa e' stata molto ricca: di lavoro, di stanchezze, di emozioni
forti.
Il mio programma giornaliero e' cominciato con la sveglia alle 5 la
mattina, per partecipare al corso di ginnastica con Gisella e le magnifiche donne del Comedor: l'idea sarebbe che quando Gisella se ne
andra' a maggio, prendero' il suo posto come “personal trainer”.
Queste donne sono fantastiche: riescono a svegliarsi alle 3 la
mattina, preparare la casa e i figli, venire alle 5 a fare ginnastica
(e' stata proprio una richiesta loro) e cominciare a lavorare alle 6,
fino a tardo pomeriggio, quando alcune di loro hanno un secondo
lavoro da mandare avanti (come Olinda, che ha una tienda – il
corrispettivo di un nostro “bar/ristorante” ricavati da garage
privati - proprio davanti al Comedor). Dopo la ginnastica, alle 6 comincia il lavoro in cucina. Lavorare con loro e' una
gioia, nonostante sia estremamente faticoso, e mandare avanti una cucina
per 200 persone sia decisamente stancante. Non si fanno mai mancare
un sorriso, una battuta, una carezza. Sembra che non si lascino mai
trascinare dalle avversita', mandano avanti la casa, il lavoro, tutta
Caracoto in realta'.
Questa settimana ho
lavorato con loro dalle 6 alle 3, fatta eccezione per alcuni momenti
quando ho dato il mio aiuto al corso di italiano tenuto da Silvia, o
ai laboratori di teatro tenuti da Gisella. Possono sembrare molte
ore, ma in realta', le giornate sono passate veloci e ho cominciato a
capire meglio le dinamiche all'interno della cocina e in generale,
nel Comedor e nella scuola, e soprattutto, le dinamiche interne al
paese. Il nostro desiderio di “integrarsi” (nonostante siano in
molti a continuare a vederci come Gringos) e' stato premiato
quando ci e' stato chiesto di partecipare all'esibizione della fiera
del paese, che si terra' appunto tra qualche ora in centro.
Venerdi
sera io e Silvia siamo andate alle prove del Waka Waka (che e' un
ballo tipico peruano e non ha niente a che vedere con Shakira). E'
stata una notte magica, a provare questa danza armonica attraverso le
note di una canzone stupenda, sotto un cielo stellato e impregnato
nella Via Lattea, che ad alzare gli occhi sembrava di poter afferrare
le stelle, una ad una, soltanto distendendo il braccio e tendendo la
mano. La serata si e' conclusa con un ponce offerto dalla casa e una
felicita' infinita nel cuore.
Ieri mattina invece abbiamo
accompagnato Jhony a visitare la sua famiglia nel campo dove vivono,
ad un'ora da Juliaca. Lo scopo per lui era quello di andare ad aiutare a raccogliere
patate nel campo, e noi nel frattempo avremmo potuto passeggiare nei
dintorni. In realta', siamo stati catapultati nella natura, (dopo che io e Yuri ci siamo concessi un breve tragitto sul retro della jeep a respirare vita, sole e polvere) in un campo infinito,
circondato da colline che sembravano dipinte, vacas ovunque, la
vecchia casa della loro famiglia (ormai un rudere, poche mura
lasciate ad abbellire il panorama) e una famiglia di 7 persone
intenta a lavorare un campo di patate, con uno sfondo di campi quinoa
colori pastello.
Inutile dire che non ce
la siamo sentiti di passeggiare, ma abbiamo deciso di dare il nostro contributo nella zappatura e raccolta.
E' stata una giornata estremamente stancante, sotto il sole peruano del mezzogiorno, ma la sensazione di lavorare a piedi nudi sul
campo, circondati da queste persone fantastiche, forti e determinate,
mi ha lasciato una gioia immensa, che e' esplosa quando
ci siamo seduti tutti in cerchio per il pranzo, nell'ora calda
intorno all'una. La nostra “tavola” era in realta' una tela
distesa sul terreno, dove la madre e la nonna di Jhony avevano
disposto le patate cotte da loro stesse nel terreno, e al centro una
bacinella con una “tierra medicinale” che assomigliava di colore
ai fanghi per il corpo che si usano da noi, e che aveva un sapore
favoloso, dove inzuppare le patate, dopo averle sbucciate. Le patate
piu' buone mai mangiate, condite da un queso buonissimo e dalla
frutta che avevamo comprato la mattina a Juliaca. Il tutto condito da
dei sorrisi stupendi di questa famiglia, cosi' ricca rispetto alla
tanta poverta' del contesto in cui vivono. Questi sono momenti davvero indimenticabili.
Un abbraccio, da Caracoto.
Valeria
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